Autore: Tradizionalmente attribuito al profeta Geremia, figlio di Chelkia, della tribù di Beniamino. Parte del contenuto fu scritto o raccolto dal suo segretario Baruc.
Data di scrittura: Attività profetica tra il VII e il VI secolo a.C., soprattutto durante i decenni precedenti e successivi alla caduta di Gerusalemme (586 a.C.). La redazione finale avvenne probabilmente in epoca post-esilica.
Tema principale: Annuncio del giudizio di Dio su Israele e le nazioni a causa dell’infedeltà, ma anche messaggio di speranza e nuova alleanza. Geremia denuncia idolatria, ingiustizia e falsi profeti, ma preannuncia la restaurazione.
Struttura: Il libro mescola oracoli profetici, narrazioni biografiche e testi poetici. Struttura non lineare:
- Oracoli contro Giuda e Gerusalemme (cap. 1–25)
 - Narrazioni sulla vita di Geremia (cap. 26–45)
 - Oracoli contro le nazioni (cap. 46–51)
 - Appendice storica: caduta di Gerusalemme (cap. 52)
 
Destinatari: Popolo di Giuda, re, sacerdoti e profeti del tempo; poi anche ai deportati in Babilonia. Il messaggio si apre progressivamente all’universalità.
Stile: Profetico e appassionato, a tratti lirico e lamentoso. Alterna poesia e prosa. Forte uso di simboli e azioni profetiche. Il tono riflette il tormento interiore di Geremia, noto anche come il “profeta delle lacrime”.
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