Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; e se qualcuno ha peccato, noi abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. Egli è il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati, e non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.
1 Giovanni 2:1-2
Nei versetti precedenti, nel capitolo 1 della sua lettera, Giovanni aveva ricalcato l’importanza di camminare nella luce, di non nascondere i peccati, ma piuttosto di confessarli. Inizia poi il capitolo 2 dicendo di aver scritto quelle cose affinché non pecchiamo. Questo è l’invito che risuona dall’Antico al Nuovo Testamento: l’invito a non metterci contro Dio, a conoscerlo, a provare a fare la sua volontà.
Questo invito rimane, nonostante la grazia e il perdono che abbiamo ricevuto in Cristo. Siamo chiamati a non violare la legge di Dio, anche perché Gesù dice che chi lo ama osserva la sua parola (Giovanni 14:23), e che chi non ama il prossimo non ha conosciuto Dio.
Quanto è difficile, però, accogliere questo invito con perseveranza… È praticamente impossibile. Ma questo passo ci ricorda anche che, quando pecchiamo, abbiamo un avvocato. Uno solo. Un mediatore tra noi e il Padre, capace di cancellare le nostre colpe e riconciliarci con Lui.
È un avvocato speciale, perché non difende la nostra causa con alibi o attenuanti che vengono da noi, ma porta davanti al tribunale del cielo un’azione risolutiva che ha compiuto lui stesso: la sua morte, il suo pagamento, il suo sangue (Ebrei 9:12).
Non ci sono altri modi per risolvere la tua difficoltà nel non peccare. Esiste una sola via, una sola verità, una sola vita: Gesù Cristo. E più ti avvicini a lui, più lo conosci, più riconosci quello che ha fatto per te, il tuo avvocato, più sarai trasformato e tenderai a non peccare. Non ti scoraggiare per le tue colpe. Confessale, rialzati e cammina con lui.
